Branco alla partenzaBRANCO DELLA LETIZIA

SANDRO FERESIN

Una “Famiglia Felice”. Uno spirito allegro che prende per mano, insegnando a scoprire il mondo con occhi curiosi, a rispettare gli altri, a diventare protagonisti nel gioco e nella vita all’aperto, a riconoscere la presenza e l’amicizia di Gesù.

Un ambiente, fantastico, la “giungla”, in cui la favola insegna i valori che servono per affrontare gioiosamente la vita, Dagli 8 agli 11 anni le bambine e i bambini giocano il gioco del Branco. Il gioco è il grande educatore.

Lo conducono gli adulti, vi crescono le bambine e i bambini, assumendo graduali responsabilità, conquistando nuove capacità, sperimentando modo mdi vivere insieme, preoccupandosi degli altri oltre che a se stessi, accettando ruoli e incarichi precisi. L’impegno della comunità, pre  so solennemente con una “Promessa” e quello di fare “del proprio meglio”. Una volta alla settimana, i Lupetti si incontrano con gli educatori (i “Vecchi Lupi”) presso il Centro Pastorale “mons. Trevisan”.

Ogni mese, il Branco vive giornate intere all’aperto un assaggio delle Vacanze di Branco, 8-10 giorni d’estate da trascorrere insieme.

Abbiamo aperto il nuovo indirizzo mail del Branco della letizia a cui risponderanno i Vecchi Lupi. Il nuovo indirizzo diventerà lo strumento di invio dei lupettari e di tutte le informazioni per i genitori.

il nuovo indirizzo è: brancodellaletizia@gmail.com

PERSONAGGI DELLA GIUNGLA

Akela

“Buona Caccia a tutti coloroche osservano la legge della giungla”

…Akela, il grande e grigio lupo solitario,che guidava tutto il branco con la forza e l’astuzia,giaceva tutto disteso sulla sua rupee sotto di lui erano accucciati quaranta o più lupi di ogni dimensione e colore, dai veterani color del tasso, capaci di atterrare da soli un cervo, ai giovani lupi di tre anni, che credevano di essere in grado di fare altrettanto…
Lupo solitario, capo del branco dei lupi di Seeonee. Figura alla quale Kipling attribuisce dignità e moralità profonde, decisamente umane; è il garante della legge che, anche a costo della vita, intende difendere e ricordare con coraggiosa saggezza. Legato a Mowgli da un amore quasi paterno, proprio per la sua esperienza ed il suo valore che mette al servizio dei lupi, rimarrà fino in fondo guida anche spirituale del branco.
Bagheera

“Zampe agili e silenti, occhi che vedono nell’oscurità, orecchie che odono il vento delle tane, denti bianchi e taglienti”

…Un’ombra nera piombò nel cerchio.Era Bagheera, la pantera nera, nera dappertutto come l’inchiostro, ma con le caratteristiche macchie,che appaiono e scompaiono a seconda della lucecome quelle della seta marezzata.Tutti conoscevano Bagheerae nessuno osava attraversagli la strada…
La pantera nera, astuta, audace e forte, ma nello stesso tempo dolce e cortese, riscatta con un toro grasso Mowgli alla Rupe dei Consiglio. Esperta della vita, con saggi consigli guida il cucciolo d’uomo nella vita della giungla. Terribile per la forza che la sorregge, è però nello stesso tempo padrona dell’enorme energia che racchiude in sé.
Kaa

“Cuor leale e lingua cortese fanno strada nella giungla”

…e partirono alla ricerca di Kaa, il pitone delle rocce.Lo trovarono tutto steso sopra una sporgenza di roccia scaldata al sole pomeridiano, mentre stava ammirandosi la sua bella veste nuova: da dieci giorni infatti si era isolato per cambiare la pelle, ed ora era veramente splendido…
Il pitone delle rocce, uno dei più fedeli compagni di caccia di Mowgii. Anche se non intrattiene rapporti col branco dei lupi. essendo della giungla di mezzo. Kaa è una delle figure più importanti dei Libri della giungla: accompagna infatti Mowgli in molte delle sue avventure, fino ad essere uno dei pochi che lo saluterà alla Rupe del Consiglio dopo la Corsa di primavera. Di lui risaltano l’amore per Mowgli e la disponibilità ad aiutarlo in ogni occasione, la forza e la saggezza.
Baloo “La giungla è grande e il cucciolo è piccolo”
..Allora il solo altro essere ammesso alla Rupe del Consiglio…Baloo, l’orso bruno che insegna ai lupacchiotti la legge della giungla; il vecchio Baloo, che va e viene dove vuoleperché si nutre soltanto di bacche, radici e miele……si alzò sulle zampe posteriori e brontolò…
L’orso bruno, maestro della legge, che parlò in favore di Mowgli la notte della sua accettazione nel branco: ciò stesso gli insegnerò»; parla per lui e se ne assume la responsabilità. Guida saggia e sincera, insegna la legge ai cuccioli del branco e conduce Mowgli nelle sue prime esperienze e conoscenze nella giungla. Giustamente orgoglioso per quanto il cucciolo d’uomo impara, nutre nei suoi confronti un affetto intimo e profondo.
Raksha
Raksha è mamma lupa che con il suo coraggio ha difeso Mowgli più volte mettendo a rischio la propria vita.Raksha è l’esempio lampante dell’aiutare il prossimo.
Mamma Lupa della tana. detta anche la “diavola”. che per prima prese le difese di Mowgii. Anche se poco presente nei vari racconti, è un personaggio che per le sue qualità di passione, tenacia e spirito di fratellanza, ha una sua efficacia ed importanza nella morale per tipi.

Chil

Il migliore degli avvoltoi, il messaggero della giungla. Anche se in tutto il contesto delle storie di Mowgli appare come figura di secondo piano, sta a rappresentare un esempio efficace di disponibilità, aiuto e cortesia.
Babbo Lupo
Padre di tana di Mowgli. Padre affettuoso che insegna a muovere i primi passi sui mille sentieri della giungla, è però in tutto il testo una figura di secondo piano e di scarsa utilizzazione. Se viene utilizzato come nome di V.L va raccontata una storia appositamente inventata.
Fratel Bigio
Fratello di tana di Mowgli. Segue il cucciolo d’uomo nelle sue cacce, aiutandolo particolarmente contro Shere Khan, rivelando fedeltà e costante amicizia.

Phao

II successore di Akela, anche lui pronto a combattere i cani rossi, sembra voler seguire la traccia lasciata da Akela nel guidare il branco. Il suo “Buona caccia” risuona molto bello e sincero, augurio e certezza che la vita del branco sarà quella di prima, alla luce di quella legge per cui Akela si è sempre battuto.
Mowgli
Il ranocchio, o il cucciolo senza pelo, che fu accolto e accettato dai lupi, chiamato anche Nathoo da Messua. È allo stesso tempo realtà e idealità della vita di ogni bambino che vuole vivere in branco. Figura centrale attorno alla quale si sviluppano le principali storie dei Libri della Giungla segna con le sue avventure e la sua crescita le tappe principali della progressione personale di ogni Lupetto. In particolare nel racconto si mette in risalto come Mowgli, vivendo tra il Popolo Libero sotto la legge della giungla, acquisisca quelle virtù e quelle capacità che lo renderanno, alla fine. Signore della Giungla, dimostrando così con completezza la sua umanità, che lo porterà ad abbandonare questo mondo per vivere definitivamente tra gli uomini.
Hathi
L’elefante selvaggio, detto il silenzioso, autorevole custode della legge. È allo stesso tempo: signore della giungla, guardiano della pace, giudice inflessibile e giustiziere temibile. Stupendo per il senso di calma, sicurezza e forza che emerge dalla sua figura.

Bandar-log

II popolo senza legge, “pettegole, stupide, vanitose”. Rappresentano la degenerazione di chi non vive secondo una legge. Nella morale per tipi vengono utilizzate per esprimere simbolicamente tutti i comportamenti negativi di chi non è capace di controllare se stesso.
Sharekan
Detto Lungri, cioè zoppo, la tigre dalla grande testa quadra è il mortale e dichiarato nemico di Mowgli e del Popolo Libero. Superba e prepotente, Shere Khan vorrebbe tutti ai suoi piedi, anche se lei trasgredisce sempre la legge. È il simbolo degli aspetti negativi che il Branco ed ogni singolo Lupetto devono vincere e sottomettere, come Mowgli, sia in sé che nella società. Nel racconto tale figura e completata con altri difetti: la malvagità, l’imprevidenza e l’incontinenza.

Tabaqui

Lo sciacallo: detto anche il Leccapiatti, è vigliacco e incapace di cacciare e procurarsi il cibo da solo. Solitamente vive nella sporcizia ed è capace di ogni umiliazione e adulazione per ricavare un misero utile personale, godendo del male che procura. Nella morale per tipi Tabaqui rappresenta gli aspetti degenerati degli istinti a cui tutti possiamo arrivare.

Popolo Libero

Appellativo del branco dei lupi di Seeonee. Popolo Libero in quanto rispetta la legge e da essa trae gli insegnamenti per cacciare e vivere “libero”. Come tutti i popoli ha dei momenti di difficoltà e sbandamento, ma il racconto si conclude con il branco di nuovo unito intorno al nuovo capo. La vita di Mowgli si intreccia continuamente con quella del branco, che, dal canto suo, stimola costantemente, nel bene e nel male, la crescita del cucciolo d’uomo.

Ferao

Il Picchio rosso che annuncia con il suo canto il tempo della “Parlata nuova”
Ikki
Il Porcospino, raffinato nella scelta dei cibi.

Rama

Il grosso Toro Capo della mandria del villaggio, sotto i cui zoccoli muore Shere Khan.

Mang

Il pipistrello che avverte Akela di quel che avviene nel villaggio, dopo che Shere Khan è stata uccisa.

Oo

La Tartartuga che consiglio a Mowgli di mangiare la radice venata d’azzurro.

Il Patrono dei Lupetti

San Francesco d’Assisi

LA STORIA:

Da una vita giovanile spensierata e mondana, dopo aver usato misericordia ai lebbrosi (Testamento), si convertì al Vangelo e lo visse con estrema coerenza, in povertà e letizia, seguendo il Cristo umile, povero e casto, secondo lo spirito delle beatitudini. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono, attratti dalla forza del suo esempio, predicò per tutte le contrade l’amore del Signore, contribuendo al rinnovamento della Chiesa. Innamorato del Cristo, incentrò nella contemplazione del Presepe e del Calvario la sua esperienza spirituale. Portò nel suo corpo i segni della Passione. Il lui come nei più grandi mistici si reintegrò l’armonia con il cosmo, di cui si fece interprete nel cantico delle creature. Fu ispiratore e padre delle famiglie religiose maschili e femminili che da lui prendono il nome. Pio XII lo proclamò patrono d’Italia il 18 giugno 1939. Ma è importante fissare i caratteri che garantiscono la fedeltà di San Francesco a un ideale interamente cristiano, presentato e vissuto in modo originalissimo, ma non mai gratuito o ribelle.

Prima di tutto, la sua aderenza costante all’insegnamento evangelico, alle parole e alla figura stessa di Gesù. Un Gesù che Francesco di Assisi, con geniale intuizione, presenta agli uomini del suo tempo – e di tutti i tempi – come Salvatore per amore e con l’amore: non più o non solo Signore onnipotente, Giudice supremo, Maestro indefettibile: ma fratello tra i fratelli, sofferente tra i sofferenti, creatura amabilissima tra le creature che lo amano e lo lodano: tutte le creature, anzi tutte le cose create dall’acqua alle piante, dalle stelle al fuoco, dagli animali alla terra, e alla stessa morte. Ma soprattutto gli uomini, perché è per loro che il Figlio di Dio si è fatto uomo; per loro è stato creato l’universo; e creato con il piano dell’universale redenzione per mezzo dell’amore già presente nella mente di Dio fin dal principio dei secoli.

Poi, la costante fedeltà di Francesco di Assisi alla Chiesa, mistica sposa del Cristo. Una fedeltà testimoniata da infiniti episodi. Per ben tre volte, a tre diversi Papi, il Poverello chiese l’approvazione della sua Regola, la conferma e riconferma.
Perfino prima di ” montare ” il primo Presepe nella storia cristiana, un presepe vivente – a Greccio, nel Natale del 1223 – chiese e ottenne l’approvazione del Papa, per quella ” novità “. Del resto, all’inizio stesso della vocazione del Santo, il Crocifisso dipinto di San Damiano, che ancora si conserva ad Assisi, aveva chiesto a Francesco di restaurare la sua Chiesa. Di restaurarla, non di criticarla, o combatterla, o neanche riformarla.
Costante fu poi in lui il senso della cristiana letizia, ben diverso dalla tetraggine dell’errore. Introdotto per la prima volta, con i compagni, alla presenza di Innocenzo III, cominciò a ballare dalla gioia. A San Leo, durante una festa, predicò dicendo: ” Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto “. A Frate Leone dettò dove fosse ” perfetta letizia “: nella tribolazione e nella persecuzione accettata per amore. E finalmente, nell’orto di San Damiano, ad Assisi, ammalato, quasi cieco, piagato dalle Stigmate, dopo una tormentosa notte insonne, intonò il Cantico delle Creature, il più alto inno di ringraziamento e di lode.
In quella serena letizia morì, pochi mesi dopo, ad Assisi, il 4 ottobre del 1226. Aveva vissuto quarantaquattro anni.

Il giorno dedicato a San Francesco, è il 4 ottobre

San Francesco è il patrono d’Italia, degli Ecologisti, Animali, Uccelli, dei Commercianti.

Preghiera a San Francesco

O santo Francesco buono, ascolta la preghiera dei tuoi Lupetti.
Tu, la cui parola d’amore
ascoltavano gli uccelli, i pesci e il lupo feroce,
fa’ che scenda nel nostro cuore
la soave bontà del Signore.
Fa’ che noi sempre ricordiamo
di amare e di servire gli amici ed i nemici
come tu ci hai mostrato.
Fa’ che la nostra anima sia sempre candida,
perché i nostri canti e le nostre gioie
giungano fino a te,
e tu possa così offrire i nostri cuori a Gesù.
Amen.

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